Santuzza, Stefania Sandrelli
Rocco Roca Rey pianoforte
Soprano della Mascagni Academy
Mise en scène, Marco Voleri
Testo a cura di Debora Pioli
Ideazione, Elena Marazzita
Produzione Mascagni Festival / AidaStudioProduzioni
In lei vive l’orgoglio dell’amore ferito e tradito, la disperazione della donna che avverte di aver perduto il proprio uomo, la cupezza di un giorno senza sole, il timore di aver perduto per sempre la felicità. Ma Santuzza non è percorsa da un sentimento passivo, è alimentata da un’estrema determinazione, non è una donna che tace, che piange in silenzio. È una donna provvista di un corredo di emotività e di una forza vitale di assoluta rarità. È una donna che denuncia, è una donna che non è mossa da desideri di vendetta, ma di giustizia.
L’insieme di queste caratteristiche consegna al teatro d’opera un personaggio unico, lontano da ogni modello, nel quale riconosciamo più che in ogni altro i segnali di novità che appartengono a Cavalleria rusticana e all’universo femminile di Mascagni.
Con questo reading si intende rivelare come Cavalleria rusticana non sia un dramma della gelosia o un quadretto di genere, c’è qualcosa di importante che, letto oggi, va oltre lo schema del triangolo adulterino tanto caro al dramma borghese: c’è un lavoro importante sulla donna, c’è una forza sconvolgente che porta in scena una tragedia interiore, quella che non lascia scampo, quella che rappresenta, senza possibili soluzioni o accomodamenti, le lacerazioni di una mentalità maschilista tristemente viva ancora oggi.
Il messaggio di questo reading musicale che dà voce a Santuzza, alla donna che non intende subire e al suo mondo interiore, è un messaggio forte: è necessario combattere stereotipi e pregiudizi, denunciare le ingiustizie, trattare allo stesso modo uomini e donne, tenersi lontani dalle regole del patriarcato.
In lei vive l’orgoglio dell’amore ferito e tradito, la disperazione della donna che avverte di aver perduto il proprio uomo, la cupezza di un giorno senza sole, il timore di aver perduto per sempre la felicità. Ma Santuzza non è percorsa da un sentimento passivo, è alimentata da un’estrema determinazione, non è una donna che tace, che piange in silenzio. È una donna provvista di un corredo di emotività e di una forza vitale di assoluta rarità. È una donna che denuncia, è una donna che non è mossa da desideri di vendetta, ma di giustizia.